Basandoci su un articolo comparso sul sito info-cooperarzione.it, riportiamo le considerazioni che emergono dagli studi più recenti pubblicati riguardo la diffusione del coronavirus nei paesi a risorse limitate.
I rapporti evidenziano come il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile stiano subendo un sensibile rallentamento a causa della situazione di forte incertezza e precarietà che il virus sta provocando a livello globale.

Secondo i dati raccolti da L’Institute for Health Metrics and Evaluation, partner della fondazione di Bill e Melinda Gates, la pandemia causerà una diminuzione della copertura vaccinale a livelli che erano stati riscontrati così bassi solo negli anni novanta.
La tendenza che viene a delinearsi nei paesi dell’Africa sub sahariana porterebbe ad incidere pesantemente sul numero di persone che soffrono di insicurezza alimentare passando da 83 a 132 milioni a causa del durissimo colpo che il virus sta infliggendo alle economie dei paesi di queste aree.

Le proiezioni che questi studi rivelano si sommano a quelle presentate da Philip Alston, che ha ricoperto il ruolo di relatore speciale delle Nazioni Unite sulla povertà estrema e i diritti umani dal 2014 al 2020, secondo cui, in uno studio pubblicato nel luglio scorso, i progressi annunciati da alcuni leader mondiali sulla situazione economica dei paesi più poveri sono da mettere in forte discussione.
Il rapporto di Alston evidenzia come il metro di giudizio per calcolare la povertà da parte dei governi delle economie più ricche sia da riconsiderare, portando ad un aumento significativo del reale numero dei poveri a livello mondiale.

Alston sostiene che il valore di 1,90 dollari al giorno (in valuta locale), al quale adesso corrisponde la soglia sotto la quale scatta la categoria di povertà estrema, sia decisamente troppo basso e molto lontano per poter garantire il soddisfacimento delle esigenze primarie della persona. Secondo il suo Rapporto, la cifra minima dovrebbe essere di 2,63 dollari nei Paesi in via di Sviluppo e 3,69 in quello ad altro reddito.

Anche l’Università di Oxford con la Oxford Poverty and Human Development Iniative e il Development Programme delle Nazioni Unite hanno affrontato la questione con uno studio che ha analizzato la situazione economica nei paesi a basse risorse.
L’indicatore su cui è stato basato il rapporto è lindice globale della povertà multidimensionale (MPI) che riassume in 10 valori gli indicatori relativi a tre dimensioni considerate con lo stesso peso: salute – istruzione – standard di vita.

Lo studio ha messo sotto esame la situazione di 107 paesi a risorse limitate secondo una visione incentrata sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.
Tra tutti i passi esaminati è emerso che il 22% della popolazione, ovvero circa 1,3 miliardi di persone, fa parte della categoria dei poveri multidimensionali, cercando di classificare sia i soggetti più poveri che le tendenze che la povertà assume provando a identificare “la natura e l’entità delle privazioni sovrapposte per ogni persona”.

Si è espressa in merito anche la Banca Mondiale che non si è sottratta da un giudizio dai toni preoccupati, affermando che la pandemia del coronavirus condurrà l’Africa subsahariana alla prima recessione economica registrata in 25 anni con una crescita in calo dal -2,1% al 5,1% a dispetto del 2,4% in 20 anni.
Secondo il rapporto della Banca Mondiale, la quantità della popolazione che vive in condizioni di estrema povertà è già aumentata di più di 100 milioni relativamente all’inizio della pandemia.
La perdite di produzione riferite alla diffusione del Covid vengono stimante tra i 37 e i 79 miliardi di dollari nel 2020 con un impatto immediato percepibile soprattutto nelle aree urbane e nell’economia informale, settore che impiega all’incirca l’80% della popolazione nei paesi con reddito basso.

Tra i fattori che concorrono ad impattare sulla perdita di produzione i più significativi sono: l’interruzione degli scambi commerciali, condizioni sfavorevoli per gli esportatori, una diminuzione dei flussi finanziari, fuga di capitali, un impatto diretto sui sistemi sanitari e conseguenze relative al comportamento della popolazione tenuto per le politiche di contenimento della pandemia.

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