Nel maggio 2023 l’OMS attraverso i programmi ENAP ed EPMM ha pubblicato un rapporto congiunto sullo stato della salute materna e neonatale a livello globale.

Il report, dal titolo, “Improving maternal and newborn health and survival and reducing stillbirth” – Migliorare la salute e la sopravvivenza materne e neonatale e ridurre la natimortaltà – riporta uno studio che propone diversi livelli d’indagine:

1. Presenta le ultime stime sulla mortalità materna e neonatale a livello globale,

2. Documenta i progressi dei Paesi dell’area monitorata dall’OMS verso il raggiungimento degli obiettivi previsti dal Piano d’azione Oms e Unicef “Every Newborn Action Plan” (ENAP), dallo dichiarazione dell’OMS “Targets and strategies for ending preventable maternal mortality” (EPMM) e dai Sustainable Development Goals (SDG),

3. Pone l’obiettivo sulle principali azioni da compiere per evitare questi decessi.

ENAP - EPMM

Condividiamo i risultati del report perché la nostra Associazione è profondamente legate alla questione della salute della madre e del bambino e perché la maggior parte delle nostre attività sono rivolte allo sviluppo e al sostegno della figura materna e al miglioramento della condizione della salute di bambini e neonati.

1. La mortalità materna e infantile nel mondo

Secondo gli ultimi dati pubblicati, ogni anno muoiono 4,5 milioni di mamme e neonati.

Si tratta di casi di decesso che potrebbero essere prevenuti attraverso una più adeguata assistenza sanitaria e con una procedura di ricovero più efficiente.

  • Le morti materne facilmente prevedibili sono pari a 0,29 milioni,
  • I bambini nati morti (dalle 28 settimane di gestazione in su) sono 1,9 milioni
  • I neonati morti (entro le 28 settimane di gestazione) sono 2,3 milioni.

Le aree in cui avvengono più decessi sono l’Africa sub-sahariana e l’Asia meridionale e orientale,
anche se in tutte le regioni monitorate dall’OMS ci sono grandi variazioni sul ritmo con cui i diversi Paesi stanno progredendo per raggiungere gli obiettivi globali posti dall’Agenda 2030.

I primi 10 paesi con l’onere più elevato di decessi rappresentano il 60% del totale delle morti materne, dei nati morti e delle morti neonatali e il 51% dei nati vivi nel mondo.

I Paesi classificati come Stati fragili continuano ad aver un pesante fardello di decessi prevenibili tra donne incinte, madri, neonati e nati morti.

PaeseTotale morti materne,
nati morti
e morte neonatale

(in migliaia)

Percentuale del totale
delle morti materne,
nati morti
e morti neonatali

Percentuale
del totale
dei nati vivi
Morti materne
(in migliaia)
Natimortalità
(in migliaia)
Morti neonatali
(in migliaia)
India78817%17%24297468
Nigeria54012%6%82181277
Pakistan47410%5%10207257
Rep. Dem del Congo2415%3%22113106
Etiopia1964%3%1083104
Bangladesh1213%2%46651
Cina1082%9%36342
Indonesia1032%3%84253
Afghanistan952%1%93849
Rep Unita della Tanzania942%2%54346

Basti pensare che i 10 Paesi fragili da soli hanno 659 000 casi tra morti materne, nati morti e morti neonatali (14% del totale mondial).

I dati raccolti negli ultimi vent’anni rivelano anche una generale progresso nella riduzione delle morti materne e delle morti neonatali, così come le nascite di bambini morti hanno subito un rallentamento.

Il periodo con in cui ci sono stati i progressi migliori è stata la decade tra il 2000 e il 2010: diventa quindi un punto critico la capacità di capire le ragioni del rallentamento avuto negli ultimi dieci anni e diventa centrale anche la capacità di sapere dove indirizzare le azioni più corrette per comprendere le ragioni dei minori progressi negli anni più recenti.

Sicuramente tra il 2010 e il periodo attuale sono accaduti avvenimenti che hanno rallentato il processo di miglioramento, come:

  • Le sfide globali imposte dal Covid 19
  • I cambiamenti climatici
  • I conflitti tra nazioni
  • Le emergenze umanitarie
  • Il crescente costo della vita

Questa nuova situazione globale giustifica una maggiore urgenza nella presa in carico da parte delle autorità competenti e maggiori investimenti per raggiungere gli obiettivi di salute materna e neonatale.2.Gli obiettivi posti dal Piano d’azione “Every Newborn”, ENAP-EPMM

Il Piano d’azione Every newborn è un progetto per il miglioramento della condizione della salute materna e infantile che ha come soglia di misuramento il 2030.

2. Gli obiettivi prioritari del piano nei tre ambiti principali sono:

  • Mortalità materna: riduzione del rapporto di mortalità materna a livello mondiale a meno di 70 decessi ogni 100.000 nati vivi entro il 2030
  • Mortalità neonatale: mettere fine alle morti evitabili di neonati e bambini sotto i 5 anni entro il 2030.  Tutti i Paesi devono anche impegnarsi a contenere il tasso di mortalità neonatale entro 12 decessi ogni 1000 nati vivi e la mortalità dei bambini sotto i 5 anni deve essere contenuta in 25 decessi ogni 1000 nati vivi
  • Natimortalità: l’obiettivo è di ridurre entro il 2030 in tutti i Paesi la natimortalità a 12 nati morti ogni mille nati, continuando ad agire per colmare ogni disuguaglianza.

2.1 Gli Obiettivi di copertura ENAP-EPMM:

Il piano congiunto ENAP-EPMM si è posto tre obiettivi fondamentali da raggiungere entro il 2025.

Obiettivo 1 (a livello globale): assicurarsi che il 90% delle donne in gravidanza effettui quattro o più visite prenatali.
Obiettivo 2 (a livello globale): garantire che il 90% delle nascite sia assistito da personale qualificato.
Obiettivo 3 (a livello globale): fare in modo che l’80% delle donne che partoriscono riceva un’assistenza postnatale di routine precoce, cioè entro 2 giorni dalla nascita.
Obiettivo sub-nazionale: coprire l’80% dei distretti con almeno il 70% dell’obbiettivo 1, l’80% dell’obbiettivo 2 e il 60% dell’obbiettivo 3.

Per riuscire ad avvicinarsi il più possibile a questi risultati a livello globale sarà necessario un tasso medio annuo di riduzione della mortalità materna dell’11,6%, della natimortalità del 5,2% e della mortalità neonatale del 7,2%.
Allo stato attuale, solo l’Europa, l’America del Nord, l’America Latina e i Caraibi riescono a soddisfare il primo obiettivo con una copertura pari o superiore al 90% per quattro o più visite prenatali.

L’Africa subsahariana e l’Asia centrale e meridionale sono molto al di sotto dell’obiettivo globale di copertura posto dal progetto con rispettivamente il 54% e il 58%.
Allo stesso modo anche per il secondo obiettivo, ovvero la nascita assistita con personale qualificato, si prevede che l’Africa subsahariana e l’Oceania non raggiungeranno l’obiettivo globale del 90% nel 2025.

Se gli obiettivi SDG, ENAP ed EPMM venissero raggiunto, entro la fine del decennio attuale si salverebbero almeno 7,8 milioni di vite:

  • Oltre 1 milione di donne
  • 2,6 milioni di nati morti
  • 4,2 milioni di neonati/e.

Sarà possibile avvicinarsi a questi risultati solo garantendo a livello globale una copertura di cure salvavita molto elevata.

Deve inoltre realizzarsi un continuum assistenziale che dal primo concepimento fino al periodo postnatale garantisca elevati standard di qualità ed equità.

3. Le principali azioni da compiere per lo sviluppo della cura materno-infantile

a. Investimenti e impegno politico

Il raggiungimento degli obiettivi posti dall’ENAP-EPMM richiede azioni concrete e sforzi da parte dei governi, dei sistemi sanitari e delle comunità per garantire servizi sanitari accessibili per tutti e al contempo di alta qualità.

Per questo l’implementazione di un piano subnazionale che agisca a tutti i livelli risulta essenziale.

Risulta anche fondamentale che i piani di sviluppo sia progettati per potersi via via ampliare sempre di più.

b. Rafforzamento dell’erogazione di servizi per una cura di qualità e rispettosa

Per migliorare gli esiti della cura materno infantile è necessario aumentare la qualità del servizio sanitario, alzare la soddisfazione del paziente e promuovere l’equità.
Per raggiungere questi obiettivi è necessario che gli operatori sanitari siano qualificati, motivati, disponibili e rispettosi.

La disponibilità di beni, attrezzature e servizi deve essere sempre più ampia così come la manutenzione e l’adeguatezza delle strumentazioni mediche devono essere sempre garantite.

Per la crescita della cura del sistema sanitario materno infantile è necessario anche il coinvolgimento della comunità che deve impegnarsi per garantire che i servizi offerti siano rispondenti alle proprie esigenze e al contempo deve dimostrarsi una partner attiva nella promozione della salute di donne e bambini

c. L’impegno della comunità

Il coinvolgimento della comunità è una componente fondamentale della qualità dell’assistenza che ancora manca in molti paesi.
Solo il 36% di Paesi ha una routine di sorveglianza rodata delle morti materne e neonatali già in atto in grado di coinvolgere tutte le parti interessate a livello comunitario.

Per migliorare questa percentuale e per coinvolgere di più la comunità è necessario agire a livello dei comitati per la salute, nei consigli di amministrazione delle strutture sanitarie, organizzare dibattiti e incontri su argomenti inerenti alla salute, coinvolgere gli operatori del campo sanitario ed eseguire sondaggi sul grado di soddisfazione dei pazienti.

d. Utilizzare sistemi informativi e di analisi dei dati

I dati e le informazioni raccolti sono una componente fondamentale per la

fornitura di cure di qualità nel settore materno infantile: consentono la misurazione e il monitoraggio dei programmi sanitari, danno informazioni sulle procedure da seguire basate su evidenze e permettono un aggiornamento costante.

Allo stato attuale molti Paesi monitorano e raccolgono regolarmente i dati che possiedono, nell’ottica del raggiungimento degli obiettivi di copertura. Tuttavia in molti altri questi aspetti non sono ancora considerati una priorità  per ridurre i nati morti e per migliorare la qualità della cura materno infantile.

L’implementazione di sistemi di raccolta dati che permetta di acquisire informazioni su donne incinte, neomamme, neonati e nati morti in modo tempestivo e preciso è una procedura fondamentale per migliorare la programmazione a lungo termine e ridurre le morti prevenibili.

L’appello dell’OMS

Lo scopo finale del report è quello di lanciare un appello urgente da parte dell’OMS affinché gli investimenti collettivi in campo sanitario si allineino e per accelerare il processo di miglioramento nelle cure materne e infantile riducendo le morti neonatali.

Il mondo sta attraversando molteplici crisi, simultanee tra loro, tra cui conflitti tra nazioni, emergenze umanitarie, cambiamenti climatici, recessioni economiche e periodo post pandemia: ora più che mai è necessario non fermarsi e garantire investimenti  a livello globale per prevenire la mortalità materna e neonatale.

fonti
per il report originale

Pin It on Pinterest

Share This