Secondo trimestre 2019

Personale residente a Ngozi:

Burundi panorami

Miriam Arensi
Dylla Gateka (fino al 30 giugno)
Mariachiara Angelon
Noella Hantugimana
Suor Gigliapia
Suor Bruna
Chiara Mezzalira

Personale in Missione a Ngozi:

Antonio Cevese (4 maggio/24 maggio)
Clotilde Spigno (marzo/aprile)
Irene Maria Padovani (marzo/maggio)
Lucia Copiello (marzo/maggio)
Ivan Daroui (28 aprile/12 maggio)
Guido Calciolari (5 maggio/12 maggio)
Patrizia Vergani 28 aprile /6 maggio)
Giuseppina Persico( 28 aprile/6 maggio)
Ezio Maria Padovani (5 maggio/ 24 maggio – 16 giugno/5 luglio)
Maria Ruth Agnoli, dentista (25 giugno/4 luglio)

Passaggio delle consegne a Miriam Arensi nuova responsabile a Ngozi per Amahoro.

Miriam Arensi

Andrea Casale con il 30 maggio ha finito il suo mandato quale logista del progetto a Ngozi ed è rientrato in Italia. Il suo posto è stato preso da Miriam Arensi. La dottoressa Miriam Arensi è laureata in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali e in Politiche Europee e Internazionali. Nel 2017 ha conseguito un master in Relazioni Internazionali, diplomazia, mediazione transculturale e gestione della crisi presso la Pontificia Facoltà Teologica San Bonaventura, Roma. Vanta precedenti esperienze in Africa soprattutto in Tanzania e Benin.

Andrea Casale

In queste settimane ha cominciato a prendere conoscenza dei vari aspetti del progetto e a prendere contatti con i nostri collaboratori e con il personale dell’ospedale di Ngozi. Mi pare che il suo inserimento stia procedendo bene e che stia ben inserendosi nel progetto. Sarà comunque necessaria qualche settimana per ben entrare in sintonia con un ambiente nuovo e in un contesto socioculturale nuovo e piuttosto complesso.

personale Amahoro pro Africa
Dylla Gateka

Fine mandato di Dylla Gateka. Con il 30 giugno Dylla Gateka ha finito il suo mandato dopo 4 anni di permanenza a Ngozi. Dylla Gateka è laureata in scienze infermieristiche presso l’Università di Verona. A Ngozi ha svolto la funzione di tutor occupandosi soprattutto dei neonati e dei bambini cardiopatici. Negli ultimi 6 mesi si è dedicata interamente al progetto di Accoglienza e SMK.

Progetto Kangourou Mather Care ( KMC)* e Accoglienza: è stato il principale motivo della mia missione a Ngozi. I lavori di ristrutturazione dei locali sono finiti. La parte dedicata alla accoglienza delle mamme che fanno la kangourou in reparto di neonatologia è già attivo, così come la sala dove sono accolte le mamme con neonati con patologie croniche o che vengono ri-ospedalizzati nel primo mese di vita. E’ quasi terminato l’arredamento dei locali della unità Kangourou. Fra 1 o 2 settimane dovremmo poter accogliere le prime mamme. Stiamo ora analizzando come gestire l’unità. Purtroppo con il primo luglio è rientrata in Italia Dylla che aveva seguito fino a qui il progetto. E’ stata costituita una equipe di persone che a vario titolo si occuperà dell’Unità kangourou. A questo staff il compito di studiare un modello organizzativo capace di raggiungere gli obiettivi e proporsi come modello per altri ospedali del Burundi. Per ora sono stati stabiliti i ruoli di ciascun componente del gruppo e l’impegno di riunirsi settimanalmente per affrontare i problemi contingenti e studiare il modello organizzativo. Fanno parte del gruppo Sandrine (medico e chef della neonatologia) e Alain Desiré (medico borsista in neonatologia) che si faranno carico degli aspetti medici dei neonati ricoverati in kangourou, Alice ( infermiera borsista che farà da capo sala dell’unità), Suor Bruna (responsabile igiene ambientale e biancheria), Gina Gatore ( psicologa), Maria Chiara Angelon e Noella Hantugimana (ostetriche , supervisore per gli aspetti ostetrici), Miriam Arensi (aspetti organizzativi e amministrativi). A settembre si pensa di fare la inaugurazione ufficiale del servizio associandola ad un convegno scientifico promozionale sulla care e KMC a livello nazionale.

Società Burundese di Neonatologia. Si è costituita recentemente la società burundese di neonatologia, con la quale ho già preso contatto e proposto un programma di promozione della KMC* a livello nazionale. L’idea è stata ben accolta. A noi sostenerla e promuoverla con iniziative promozionali e divulgative. Venerdì scorso la società di Neonatologia Burundese ha fatto una riunione scientifica a Bujumbura. Tra gli argomenti trattati le KMC*. Risulta che in Burundi non ci siano Unità KMC* e che la metodica sia poco conosciuta. Ho preso l’occasione per parlare del nostro progetto e di invitare a visitare quanto stiamo realizzando.

Progetto sulla prevenzione della asfissia alla nascita. Il progetto sulla prevenzione della asfissia neonatale nasce da una richiesta della ONG francese Primiere Urgence International con sede a Parigi. Questa ONG vuole accreditarsi in Burundi e ha chiesto di collaborare con Amahoro per un progetto in ambito materno infantile sul territorio. Il progetto scelto è stato la prevenzione dell’asfissia. E’ stato fatto come prima cosa uno studio sulla organizzazione dei centri nascita negli ospedali della provincia di Ngozi. Sono state così individuate 139 persone (medici e infermiere) che non avevano mai fatto un corso di formazione sulla presa in carico del neonato alla nascita. Il gruppo è stato diviso in due parti. Coloro che lavorano in sala parto e quelli che sono chiamati occasionalmente in sala parto. Questa volta è stata fatta la formazione del primo gruppo, a settembre si farà quella del secondo gruppo. La fase successiva del progetto prevede di estendere la formazione anche al personale dei Centres de Santé.

Ezio Maria Padovani

Il corso è andato bene. Abbiamo riscontrato una buona collaborazione da parte del governatore e del medico provinciale come di tutte le direzioni degli ospedali. L’indice di partecipazione al corso è stato elevato (91% degli invitati) e da parte di molti partecipanti è stata espressa la richiesta di continuare e di estendere il programma di formazione anche su altri argomenti.

Bambini cardiopatici: la presa in carico dei bambini cardiopatici era fatta da Dylla Gateka che ha terminato il suo mandato il 30 giugno. Questo progetto non ha un finanziamento specifico da parte nostra e l’aspetto organizzativo si appoggiava soprattutto sulla disponibilità di Dylla e il sostegno, per le spese dei bambini trasferiti in Italia per l’intervento chirurgico ,della Associazione il Giardino del sorriso. E’ un progetto che merita sostegno e ricerca di un finanziamento specifico. Il rischio è che possa terminare. Per il momento il progetto verrà seguito da Israel (nostro borsista) in attesa di una decisione da prendere .

Formazione:

Durante il trimestre aprile giugno 2019 sono stati tenuti i seguenti corsi di formazione:

Il gruppo degli studenti

Cours de formation “La valeur du travail dans le domaine médical et la personne”. Corso diretto da Jhon Muhangy si è tenuto in due sessioni dal 3 al 9 aprile .

Cours de perfectionnement en obstetrique et ecographie obstetricale. Il corso è stato tenuto dalla Prof.sse Patrizia Vergani e Giuseppina Persico e si è tenuto dal 29 aprile al 4 maggio 2019.

Cours de perfectionnement sur le theme “Accueil et Kangourou Mother Care”. Il corso, rivolto al personale di Ostetricia e di neonatologia dell’Ospedale di Ngozi è stato diretto dal dottor Guido Calciolari e si è tenuto dal 6 a 11 maggio 2019

Corso di formazione sulla “Ecographie en urgence” tenuto dal Dottor Ivan Daroui il 9 maggio. Il corso era diretto al personale medico dell’ospedale di Ngozi.

Corso di formazione su Activités de laboratoire: Utilisation du bilirubinometre pour la détermination de la bilirubine capillaire et Préparation de la solution idro-alcoolique pour l’hygiène des mains.
Il corso si è tenuto in due incontri il 22 e il 29 maggio 2019.

Corso di aggiornamento su “L’utilisation appropriée des antibiotiques” tenuto dal prof Ercole Concia il 20 e 21 giugno 2019 .Il corso era diretto al personale medico degli ospedale di Ngozi e del distretto della provincia di Ngozi.

Cours sur «La prise en charge et la réanimation du nouveau-né en salle de naissance». Il corso diretto dal Prof E. M.Padovani era rivolto al personale medico e infermieristico degli ospedali della provincia di Ngozi. Si è tenuto il 26-27-28 juin – 2 juillet 2019.

Il programma formativo 2018/19 in neonatologia è stato finito. Mancano due moduli di formazione continua in ostetricia che verranno fatti nel mese di luglio. Ho avuto alcuni incontri con il personale, il direttore dell’ospedale e il medico provinciale per stabilire gli argomenti del prossimo anno. Il direttore sollecita una formazione anche rivolta al personale di tutto l’ospedale, il medico provinciale di proseguire nel programma formativo negli ospedali della provincia e in particolare nell’Ospedale di Museny appena inaugurato. Ho dato disponibilità, ma facendo notare che il nostro impegno è soprattutto nel settore materno infantile e l’allargamento della formazione sul territorio richiede risorse umane ed economiche che attualmente non sono disponibili.

Apparecchiature:

Come da programma sono state avviate con la ditta EL-COM le pratiche per l’acquisto della apparecchiatura per la produzione dell’aria medicale. C’era stato un rallentamento perché la ditta ha cambiato il tecnico con il quale stavamo trattando, ma ora i contatti si sono ristabiliti e la procedura si è rimessa in moto.

Il Bilirubinometro portato la volta scorsa sta funzionando bene e il problema della determinazione della bilirubina per i neonati itterici sembra essere stato risolto.

ppersonale amahoro pro africa


Visitatori: Le dottoresse Irene Padovani e Lucia Copiello, specializzande del 4° anno della Scuola di specializzazione di Ostetricia e Ginecologia dell’Università di Verona diretta dal Prof Franchi, hanno fatto a Ngozi uno stage di 3 mesi (da marzo a maggi) nel reparto di ostetricia dell’Ospedale di Ngozi. Lo stage era inserito nel loro percorso formativo di medico in formazione della scuola di specializzazione. L’esperienza è stata positiva sia dal punto di vista medico che culturale . L’augurio è che questa collaborazione con la clinica ostetrica e ginecologica dell’Università di Verona possa continuare.

La dottoressa Clotilde Spigno pediatra di Verona ora in pensione ha trascorso 2 mesi a Ngozi. Ha prestato la sua opera nel reparto di neonatologia e di pediatria dove ha iniziato ad organizzare l’ambulatorio pediatrico. A lei il nostro ringraziamento e l’invito a ritornare.

Aspetti politici e sicurezza

La situazione politica appare tranquilla. L’aspetto sociale è sempre caratterizzato dalla estrema povertà particolarmente evidente nelle campagne. Anche chi non è indigente ed ha un lavoro fa fatica a vivere. Per quanto ci riguarda non abbiamo alcun segnale o sensazione di insicurezza o pericolo, ma piuttosto la disagevole sensazione di essere dei privilegiati.

*La Kangaroo Mother Care (KMC) è una pratica introdotta nel 1978 da Edgar Rey, presso l’Istituto Materno Infantile di Santa Fe, a Bogotà, Colombia, come alternativa alle cure convenzionali offerte ai neonati prematuri. Inizialmente fu concepita per ovviare alla mancanza di incubatrici e si basava sul contatto pelle a pelle con la madre 24 ore su 24, con alimentazione esclusiva con latte materno. Il neonato veniva posizionato verticalmente sull’addome materno, con il capo tra i seni (in modo da favorire l’allattamento) e ancorato in modo tale da potervi rimanere in sicurezza, giorno e notte. La denominazione di tale pratica prende origine dalle similitudini con la modalità adottata dai marsupiali per prendersi cura dei loro piccoli. Effettuata con queste modalità, la KMC consente al neonato di mantenere una corretta temperatura corporea, mentre la madre rappresenta la principale fonte di cibo e di stimoli, fino a che il bambino non raggiunge un peso e una maturazione tali, da consentirgli una vita extra-uterina, al pari dei bambini nati a termine.Nel tempo la KMC si è diffusa in tutto il mondo, in vari contesti, da quelli rurali senza risorse, a quelli più avanzati. Nei contesti avanzati ad alto tasso di tecnologia, con ampia disponibilità di incubatrici, viene applicata con grosse differenze rispetto al metodo originale. Le differenze includono la discontinuità del trattamento (intrapreso a intermittenza, per poche ore al giorno) e la non esclusività dell’allattamento materno. Inoltre, la KMC in questi setting viene intrapresa solo se il neonato è abbastanza stabile dal punto di vista emodinamico e respiratorio.La KMC è quindi una pratica salvavita nei Paesi a basso reddito, dove le tecnologie sanitarie scarseggiano. ( da Fnopi)

EM Padovani

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