Emergenza Covid-19

 

RELAZIONE PROGETTO EMERGENZA COVID 19 A SOSTEGNO DELL’OSPEDALE DI NGOZI (BURUNDI) IN OCCASIONE DELLA PANDEMIA DA CORONAVIRUS.

Progetto 0270/ECS/2020 sanitario, finanziato da CEI/Caritas Italiana per la prevenzione del Covid-19 in Africa e nei paesi più poveri

Premessa

Il seguente documento fa la narrazione del progetto denominato “Prevenzione Covid 19 in Africa e nei Paesi più poveri” finanziato dalla Conferenza Episcopale Italiana e finalizzato a dotare le strutture sanitarie dei Paesi in via di Sviluppo di strumenti terapeutici basilari e di dispositivi di protezione per il personale sanitario necessari per affrontare la pandemia da coronavius. La richiesta di finanziamento inoltrata da Amahoro* riguardava l’Ospedale di Ngozi (Burundi) con il quale l’Associazione Amahoro Onlus collabora dal 2005 con un programma formativo/assistenziale volto a migliorare la qualità delle cure offerte alla popolazione. Il finanziamento elargito è stato di 27.339 euro. **
Il progetto presentato per il finanziamento prevedeva l’acquisto di materiale sanitario per il trattamento di pazienti Covid e presidi sanitari di prevenzione e salvaguardia della salute per il personale sanitario.

* L’ Associazione Amahoro Onlus è una organizzazione non a scopo di lucro costituitasi in data 17 febbraio 2004 e registrata presso l’Agenzia delle entrate di Verona con Atti privati serie 3, num. 10080037 del 10/08/04. E’ iscritta all’Anagrafeunica della Direzione regionale del Veneto Ufficio Accertamenti onlus in data 22/01/07, protocollo n. 2603.Riconosciuta come Organizzazione non lucrativa di utilità sociale, persegue esclusivamente finalità di solidarietà operando nei settori della sanità, dell’educazione, della formazione, della ricerca e dell’ambiente. La sua missione è garantire il diritto di ogni uomo alla salute e alle cure mediante lo sviluppo di attività di promozione degli Studi Medici in Africa. Interviene attraverso un sistema di finanziamento per progetto che prevede la collaborazione di varie istituzioni come finanziatori o cogestori delle attività programmate. Dal 2004 è presente in forma continua in Burundi, dove ha come partner l’ospedale e l’Università della città di Ngozi. Grazie anche alla collaborazione instaurata con altre istituzioni sta realizzando un progetto per migliorare la qualità dell’assistenza sociosanitaria dell’ospedale attraverso la cogestione e la presa in carico dei reparti più trascurati.

**Il progetto è stato accettato dalla CEI e finanziato in data 18 maggio 2020 maggio con 27.339 euro (progetto N° 0270/ECS/2020).
Il bando prevedeva che il materiale fosse consegnato da Amahoro al destinatario (Ospedale di Ngozi) entro 3 mesi dalla data del bonifico del finanziamento (25 maggio 2020) e la rendicontazione entro i tre mesi successi (25 novembre 2020).

Il contesto

Il Burundi e la sua popolazione

Il Burundi è uno dei Paesi più poveri al mondo, classificato dal programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo al 178° posto su 186 Paesi censiti.
Si estende su una superficie pari a 27.830 Kmq, di cui 25.650 km² di superfice terrestre e 2.180 km² di superfice d’acqua (lago Tanganika).
La popolazione censita nel 2017 era di 11.495.438 con una densità di 483 ab/Kmq, tra le più alte al mondo. L’indice di fecondità è di 5,5. La popolazione burundese è relativamente giovane. Il 65% ha meno di 25 anni, e il 51,8 ha meno di 18 anni.
L’aspettativa di vita alla nascita è di 58 anni per gli uomini e di 62 anni per le donne.
La provincia di Ngozi si trova a nord del paese. Si estende su un territorio montano di 1.473 Kmq. Ha una popolazione di circa 600.000 abitanti, per il 90% costituita da contadini, che hanno come origine di sussistenza i prodotti agricoli di propria produzione. L’81,3% della popolazione vive in una situazione di povertà.

L’Ospedale di Ngozi

L’ospedale di Ngozi è un ospedale governativo divenuto recentemente ospedale regionale di riferimento per le province del nord del Burundi (Kayanza, Kirundo, Muynga, Muranvia, Karuzi) corrispondenti ad una popolazione di circa 3.000.000 di abitanti. L’ospedale comprende i reparti di medicina, chirurgia, ginecologia, ostetricia, cure sub intensive. Sono presenti i servizi specialistici di rieducazione funzionale, odontoiatria, diagnosi e cura AIDS, centro trasfusionale e centro per la malnutrizione.
Nella tabella vengono riportati i dati di attività dell’ospedale di Ngozi negli anni 2018 e 2019

Denominazione 2018 2019
Numero letti 408 408
Numero ricoveri 11315 16539
Numero parti 3345 3609
Numero ricoveri in neonatologia 163175 1614
Numero consulenze esterne 30979 35674
Numero consulenze neonatologiche 2231 2686
Medici 1717 1720

Il razionale dell’intervento

Il finanziamento elargito è stato finalizzato all’acquisto di presidi per la prevenzione e tutela della salute del personale, di strumenti per la cura dei malati affetti da Covid 19 e al miglioramento dell’igiene. Il protocollo prevedeva inoltre un percorso formativo rivolto al personale dell’ospedale finalizzato alla conoscenza della malattia da coronavirus, alla modalità di trasmissione, alle norme comportamentali da tenere e all’uso corretto delle strumentazioni donate.
Nell’ambito del progetto è stato proposto alla direzione dell’ospedale un protocollo di prevenzione che prevedeva la limitazione dell’accesso dei parenti in ospedale e la misurazione della temperatura a tutti coloro che vi accedevano. A tal fine sono stati forniti un termo-scanner e dei termometri ad infrarossi. Il termo-scanner da posizionare all’ingresso dell’ospedale permetteva il depistage della temperatura a tutti coloro che vi accedevano, mentre i termometri a infrarossi erano destinati ai reparti di cura in modo che la temperatura potesse essere presa di routine a tutti i pazienti ricoverati almeno due volte al giorno.
Per l’igiene delle mani è stato allestito un laboratorio per la produzione della soluzione disinfettante idroalcolica e sono stati dati dei dispenser da collocare all’ingresso dei reparti di cura e dei servizi.
Per la sanificazione degli ambienti è stato fornito un nebulizzatore per la igienizzazione periodica dei locali a più alto rischio di contaminazione (sale operatorie, pronto soccorso, terapie sub-intensive, reparto covid, ambulatori).
Quali strumenti di cura sono stati forniti dei saturimetri a dito da distribuire in tutti i reparti e delle apparecchiature per dotare il reparto covid di concentratori di ossigeno, apparecchi per il monitoraggio cardiorespiratorio e della saturimetria, apparecchi per l’aspirazione delle vie aeree superiori, presidi quali maschere e occhiali per l’ossigenoterapia, sonde di aspirazione, teleria per l’igiene personale dei pazienti (lenzuola, vestaglie, biancheria).
A tutela della salute del personale sono state fornite delle mascherine in stoffa (2 a testa) e camici.
Per il personale del reparto covid sono stati forniti soprascarpe, zoccoli, occhiali, visiere protettive, cuffie, tute.

Aspetti operativi

La gestione generale del progetto è stata eseguita dal Consiglio direttivo della Associazione Amahoro Onlus sotto il coordinamento del suo presidente Professor Filippo Rossi.
La gestione operativa è stata suddivisa in due parti. La componente che ha operato in Italia era costituta dal Prof. Ezio Padovani e dal Dr. Pietro Solero. Questa componente si è occupata dell’acquisto dei presidi tecnici e delle apparecchiature, delle pratiche amministrative e della spedizione. La componente “burundese“ è stata coordinata dalla Dr.ssa Chiara Mezzalira coadiuvata dalle ostetriche Noella Hutugimana e Mariachiara Angelon, dalle suore Bruna Brunello e Giliapia Zocca. Questa componente si è occupata degli aspetti organizzativi locali, del confezionamento in loco dei presidi di prevenzione, della preparazione del liquido disinfettante e delle pratiche amministrative e doganali locali.

Acquisto disinfettanti e produzione in loco di gel sanificante per le mani

Per rifornire in modo continuativo l’Ospedale della soluzione per la disinfezione delle mani è stato utilizzato un locale dedicato provvisto della strumentazione di laboratorio e dei reagenti necessari per la produzione della soluzione idroalcolica disinfettante.
Tecnici del nostro staff hanno insegnato al personale della farmacia come preparare il gel. Sono stati inoltre forniti i distributori di disinfettante da mettere nei reparti. La produzione e distribuzione del disinfettante sono state affidate al personale della farmacia.
Per la sanificazione ambientale è stato donato un nebulizzatore modello Sapio Life donato da Amahoro Ngozi comprensivo del liquido nebulizzante per la sanificazione degli ambienti.

Farmaci

Sono state inviate 40 confezioni di Eparina (Clexane 4000) per un totale di 120 fiale donate dalla Fondazione Banco Farmaceutico Onlus.

Programma formativo

Durante la fase organizzativa del progetto è stata programmata la formazione del personale.
La formazione è stata fatta per 2 settimane, dal 14 al 27 luglio per il personale sanitario e il 6 e 7 agosto per il personale ausiliario. Per gli addetti alle pulizie la formazione è stata fatta in kirundi, la lingua locale.
La formazione è stata organizzata dalla dott.ssa Chiara Mezzalira con l’aiuto di Mariachiara Angelon che ha preparato il materiale didattico, Noella Hatungimana ed Israel Yamuremye che hanno svolto le formazioni in kirundi. Ai corsi ha partecipato circa i 2/3 del personale (202 infermieri su 350 e 67 addetti alle pulizie e custodi su 97).

Collaborazioni

Come suggerito dal bando, è stata verificata la possibilità di lavorare con gli altri beneficiari del progetto Covid 19 in Burundi, ma data la distanza dalle sedi degli altri assegnatari, le difficoltà logistiche e i tempi ristretti, abbiamo optato per lavorare piuttosto in stretta sintonia con le istituzioni locali

Tempi di consegna del materiale all’Ospedale

Il materiale tecnico e le apparecchiature sono state fatte pervenire all’ospedale di Ngozi nei tempi stabiliti dal bando che prevedeva la consegna entro 3 mesi dalla assegnazione del finanziamento (25 maggio 2020). Lo stesso vale per i presidi di prevenzione confezionati sul posto. Due monitor, per motivi doganali, non sono potuti partire con il cargo aereo e quindi, stante le attuali difficoltà di trasporto, arriveranno sul posto con un lieve ritardo.

Tracciabilità

Il cargo, costituito da 2 casse, con il materiale proveniente dall’Italia, è arrivato a Ngozi il 6 agosto 2020. Il contenuto è stato aperto e verificato dall’equipe di Amahoro alla presenza di rappresentante dell’equipe Covid, designato dal Direttore dell’ospedale.
È stato fatto l’inventario del materiale arrivato, tra cui concentratori di ossigeno, monitor, ossimetri da polso, termo scanner etc. Il responsabile della farmacia dell’ospedale ed addetto al controllo dello stock del materiale, ha fatto per ogni articolo ricevuto una “fiche de stock” per rendere conto delle quantità e tracciare i destinatari di ogni attrezzatura.
Ad ogni apparecchiatura è stata applicata una etichetta che specifica il nome del donatore. Lo stesso è stato fatto per il materiale in tela mediante timbratura.

Considerazioni conclusive:

Contro ogni previsione la pandemia da Coronavirus in Africa ha avuto un impatto meno grave rispetto ad altre aree geografiche del mondo. In Africa subsahariana la trasmissione del coronavirus risulta essere stata più lenta, aver portato ad una quantità inferiore di casi, ad infezioni meno gravi, e a un numero di decessi decisamente limitato.
È possibile che dietro all’anomalo andamento pandemico africano ci siano specificità di carattere sanitario, socio-demografico o ambientale. Su questo è in corso un ampio dibattito a livello scientifico e non. In alcuni paesi il basso numero di casi può avere anche delle spiegazioni politiche.
Nel 2020 sono 16 i paesi subsahariani che hanno avuto delle elezioni e tra questi il Burundi che ha tenuto le elezioni presidenziali in maggio, in piena fase pandemica. Da ultimo non vanno dimenticati fattori tecnici dovuti alla carenza dei sistemi di informatizzazione e trasmissione dei dati o alla carenza di strumenti diagnostici, in particolare di test sierologici e virologici, necessari per avere una diagnosi di certezza.
In questo contesto anche in Burundi la pandemia da coranovirus si è manifestata con tempi più lunghi e con modalità meno aggressive. Le prospettive drammatiche che l’OMS aveva paventato fortunatamente non si sono realizzate. Al 2 di novembre i casi ufficiali di Covid 19 registrati in Burundi sono stati 589 e i decessi 1.
Inseriti in questo scenario, nonostante i tempi a disposizione fossero apparsi inizialmente ristretti per poter intervenire tempestivamente, l’attuazione del progetto “Emergenza Covid 19” ha potuto essere realizzato secondo un programma concordato con la direzione dell’Ospedale e rispettando la tempistica prevista dal bando. Il programma prevedeva di acquistare le apparecchiature tecniche (concentratori di ossigeno, pulso ossimetri, termo-scanner,ntermometri ad infrarossi) in Italia e di inviarle poi sul posto. Questa decisione veniva presa dopo aver fatto uno studio comparativo dei costi, della qualità, dei tempi di consegna delle apparecchiature in Italia e sul posto, unitamente alla valutazione della affidabilità del fornitore.
Tutti questi fattori sono parsi più vantaggiosi se si acquistavano le apparecchiature rivolgendosi a ditte italiane. Questa scelta è stata supportata anche dalla disponibilità della Fondazione Chiesi di sostenere le spese di spedizione, voce non prevista nel bando. L’apparecchiatura è stata inviata mediante cargo aereo ed è arrivata sul posto il 6 agosto. Nel frattempo si è provveduto ad organizzare dei corsi di formazione rivolti al personale dell’ospedale.
Una parte del finanziamento assegnato è stato speso a Ngozi e dedicato soprattutto al confezionamento dei presidi in tela per la prevenzione e la tutela della salute del personale. La produzione è stata affidata ad associazioni locali quali le donne della prigione femminile di Ngozi, le suore dell’orfanotrofio di Muremera e l’atelier delle Suore Bene Marie. Si è così potuto dare lavoro e un sostegno a persone bisognose del posto.
Tutte le attività svolte a Ngozi sono state fatte in accordo con la direzione dell’ospedale e tenendo informati il vescovo di Ngozi Monsignor George Bizimana e l’Abbe Damas Niyonkidi, Segretario esecutivo BADEC, la Caritas di Ngozi.
Come considerazione conclusiva possiamo ritenere che anche se fino ad ora fortunatamente l’Ospedale di Ngozi non ha dovuto affrontare una grave situazione sanitaria da infezione da coronavirus, gli interventi effettuati grazie al finanziamento CEI hanno contribuito a creare tra il personale una sufficiente cultura della prevenzione in particolare sull’importanza della igiene e delle norme sociali nella prevenzione delle infezioni. La fornitura di presidi tecnici ha permesso all’ospedale di dotarsi di apparecchiature mediche e di presidi sanitari di cui non disponeva e che gli hanno permesso di riempire un vuoto assistenziale di base soprattutto nei reparti di medicina di area critica quali la terapia sub-intensiva, pronto soccorso e blocco operatorio. Inoltre il personale dell’ospedale è ora dotato degli strumenti necessari e di una base culturale necessari per affrontare con maggiore efficacia ed organizzazione l’emergenza di una eventuale seconda ondata di epidemia da coronavirus nel paese.
Da ultimo un ringraziamento va rivolto nei confronti del nostro personale residente che ha deciso di restare sul posto anche durante la pandemia e che ha permesso la realizzazione del progetto.

Documentazione fotografica

La provincia di Ngozi si trova a nord del Burundi. Si estende su un territorio montano di 1.473 Kmq. Ha una popolazione di circa 600.000 abitanti, peril 90% costituita da contadini, che hanno come origine di sussistenza i prodotti agricoli di propria produzione. L’81,3% della popolazione vive in una situazione di povertà.
L’ospedale di Ngozi è un ospedale regionale di riferimento per le province del nord del Burundi (Kayanza, Kirundo, Muynga, Muranvia, Karuzi) corrispondenti ad una popolazione di circa 3.000.000 di abitanti.
L’ospedale comprende i reparti di medicina, chirurgia, ginecologia, ostetricia, cure sub intensive.
Sono presenti i servizi specialistici di rieducazione funzionale, odontoiatria, diagnosi e cura AIDS, centro trasfusionale e centro per la malnutrizione.

Ospedale di Ngozi.
Ospedale fatto da Amahoro.
Ospedale Ngozi dall'alto.

Confezionamento presidi sanitari

Igiene e Covid in Africa.
presidi sanitari per Covid 19.

Una parte del finanziamento è stato utilizzato sul posto e dedicato soprattutto al confezionamento dei presidi in tela per la prevenzione e la tutela della salute del personale.
La produzione è stata affidata ad associazioni locali quali le donne della prigione femminile di Ngozi, le suore dell’orfanotrofio di Muremera e l’atelier delle Suore Bene Marie.
Si è così potuto dare lavoro e un sostegno a persone bisognose del posto.

Sicurezza Covid in Africa
Covid e ospedale Ngozi
Emergenza covid in Burundi.

Produzione della soluzione disinfettante per l’igiene delle mani

Soluzione medicale per Covid
Soluzione medicale per Covid

Formazione del personale 

Mariachiara Angelon in Burundi.
Cure ospedali Africa.

Consegna delle attrezzature

Macchibari ospedali in Africa.
Operatore medico in Burundi.
Interni opsedali Africa

II progetto prevedeva la fornitura di materiale tecnico per la prevenzione e per la terapia dei pazienti affetti da insufficienza respiratoria da coronavirus. Tra il materiale consegnato all’Ospedale erano compresi termometri a infrarossi, termo-scanner, pulsossimetri, monitor multi-parametrici, concentratori di ossigeno, maschere e occhiali per la somministrazione di ossigeno, aspiratori di mucosità, apparecchi per aereosolterapia.

Lo staff dell’Ospedale di Ngozi

Chiara Mezzalira pediatra.
Personale Amahoro onlus africa

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