L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (UNICEF) hanno di recente pubblicato congiuntamente un nuovo rapporto dal titolo “Progress on household drinking water, sanitation and hygiene 2000–2024: special focus on inequalities”.
Questo rapporto, redatto dal JMP (Joint Monitoring Programme), è un documento fondamentale che monitora i progressi globali verso il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) relativi all’acqua, ai servizi igienico-sanitari e all’igiene domestica, noti con l’acronimo WASH.
Il risultata a cui arriva il documento è preoccupante: l’acqua non può più aspettare e la situazione globale sui servizi idrici, igienico-sanitari e di igiene (WASH) ci impone un cambio di rotta
Come Associazione direttamente coinvolta sui temi della salute pubblica, accogliamo con grande attenzione il nuovo documento di cui presentiamo una sintesi.
Cosa significano nello specifico le sigle JMP e WASH?
- WASH è l’acronimo inglese di Water, Sanitation and Hygiene (Acqua, Servizi Igienico-Sanitari e Igiene).
Il concetto di WASH racchiude l’accesso a fonti sicure di acqua potabile, la gestione igienica delle feci e la disponibilità di strutture per l’igiene, come il lavaggio delle mani. - JMP è il WHO/UNICEF Joint Monitoring Programme for Water Supply, Sanitation and Hygiene.
Istituito nel 1990, è il programma congiunto dell’OMS e dell’UNICEF responsabile del monitoraggio globale e della fornitura di stime comparabili a livello internazionale sui progressi WASH, in particolare in relazione agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG).
Il messaggio centrale del rapporto è chiaro: il mondo non è in linea con i progressi necessari per raggiungere l’accesso universale ai servizi WASH di base entro il 2030.
L’obiettivo di una copertura universale con servizi “gestiti in sicurezza” è ormai “sempre più fuori portata”.

Acqua potabile: i passi avanti ci sono, ma il traguardo è lontano
I dati mostrano un progresso significativo, ma insufficiente:
- Accesso migliorato: dal 2015, 961 milioni di persone in più hanno ottenuto l’accesso a servizi di acqua potabile gestiti in sicurezza (acqua in loco, disponibile quando serve e priva di contaminazione).
- La copertura globale è aumentata dal 68% al 74%. Nelle aree rurali, la copertura è passata dal 50% al 60%.
- La crisi non è finita: nonostante questi sforzi, nel 2024, 2,1 miliardi di persone non hanno ancora accesso a servizi di acqua potabile gestiti in sicurezza.
- Accelerazione obbligatoria: per raggiungere l’obiettivo globale degli SDG per l’acqua potabile di base (SDG 6.1), l’attuale tasso di progresso dovrebbe triplicare.
- Per i servizi gestiti in sicurezza (SDG 6.1), l’accelerazione richiesta è addirittura otto volte superiore al tasso attuale.
Il rapporto evidenzia che il mancato accesso ai servizi WASH genera un enorme costo economico, stimato in miliardi di dollari annui per trattamenti sanitari e perdite di produttività.
Le malattie prevenibili come diarrea e colera causano milioni di DALY (Disability-Adjusted Life Years) persi, colpendo soprattutto bambini sotto i 5 anni nei paesi a basso reddito.
Acqua, salute e sostenibilità: oltre l’accesso
Il rapporto sottolinea come sia cruciale che l’accesso all’acqua potabile non riguardi solo la vicinanza della fonte, ma anche la qualità, l’affidabilità e la sostenibilità del servizio.
Il concetto di “gestito in sicurezza”: questo standard, al centro del monitoraggio JMP, implica che l’acqua sia non solo disponibile sul posto, ma anche priva di contaminazione fecale e chimica e fornita in modo continuo.
Purtroppo, troppe persone che sembrano avere un “accesso di base” utilizzano ancora acqua non trattata o non affidabile, con gravi ripercussioni sulla salute, specialmente per i bambini.
L’impatto della scarsità
In molte regioni, la crisi climatica sta trasformando la sfida dell’accesso in una sfida di scarsità e stress idrico.
L’imprevedibilità delle piogge e l’aumento delle temperature minacciano le fonti di approvvigionamento, rendendo instabile l’accesso per le comunità più vulnerabili.
Il JMP avverte che la resilienza dei sistemi idrici è fondamentale per proteggere la salute pubblica dai futuri shock ambientali e climatici.
Il fardello della raccolta
Il rapporto continua a documentare le disuguaglianze di genere nel tempo dedicato alla raccolta dell’acqua.
Questo compito ricade in modo sproporzionato su donne e ragazze, sottraendo loro tempo prezioso da dedicare all’istruzione o al lavoro e aggravando i problemi di sicurezza personale durante gli spostamenti.

Sanità e dignità: le sfide igienico-sanitarie
Il settore igienico-sanitario e quello dell’igiene sono altrettanto critici per la salute e richiedono un’azione urgente, in particolare su due fronti: la defecazione all’aperto e l’igiene mestruale.
Defecazione all’aperto
La minaccia primaria: nonostante la riduzione di questa pratica, la defecazione all’aperto (Open Defecation) persiste come la principale minaccia per la salute pubblica, contribuendo alla diffusione di colera e infezioni diarroiche.
Con 354 milioni di persone che ancora la praticano, soprattutto nelle zone rurali e nei paesi a basso reddito, il rapporto JMP sottolinea che l’eliminazione completa di questa pratica è un imperativo sanitario assoluto.
Per colmare il divario igienico-sanitario, il tasso di progresso per i servizi gestiti in sicurezza deve moltiplicarsi per sei.
Dignità mestruale e salute
Il JMP ha introdotto nuovi e più completi indicatori per monitorare la salute e l’igiene mestruale (MH), riconoscendola come un elemento fondamentale per la dignità e la partecipazione sociale.
L’indagine rivela che, sebbene molte donne utilizzino materiali mestruali, un numero significativamente inferiore ne ha la quantità sufficiente per cambiarsi con la frequenza desiderata.
Inoltre, le ragazze adolescenti sono più propense a non partecipare a scuola o ad attività sociali durante il ciclo, evidenziando come la mancanza di un’igiene e di un supporto adeguati sia una barriera diretta all’uguaglianza di genere e all’istruzione.
Oltre alle famiglie, il JMP monitora i progressi WASH anche in scuole e strutture sanitarie, dove carenze persistenti aumentano i rischi di infezioni nosocomiali e assenze scolastiche.

La lente d’ingrandimento sulle disuguaglianze
Il tema centrale di questo rapporto è la disuguaglianza.
Gli SDG mirano a “non lasciare nessuno indietro”, ma i dati JMP evidenziano un profondo divario:
- Paesi a basso reddito: i tassi di defecazione all’aperto nei paesi a basso reddito sono quattro volte superiori alla media globale. Per raggiungere l’accesso universale ai servizi WASH di base, questi paesi dovrebbero moltiplicare l’attuale tasso di progresso per sette volte per l’acqua potabile di base e addirittura per 18 volte per i servizi igienico-sanitari e l’igiene di base.
- Contesti fragili: nei contesti fragili (come aree di conflitto o post-conflitto), la copertura dei servizi gestiti in sicurezza è drammaticamente inferiore, con un calo di 38 punti percentuali per l’acqua potabile gestita in sicurezza rispetto ai paesi stabili.
- Disparità geografiche: le zone rurali rimangono sistematicamente indietro rispetto alle aree urbane in tutti gli indicatori WASH.
Conclusione: la nostra chiamata all’azione
Questo rapporto JMP 2025 non è solo un resoconto, ma un grido d’allarme per la salute globale.
È imperativo che governi, donatori e organizzazioni della società civile come la nostra aumentino gli investimenti, rafforzino le politiche e si concentrino sulla raccolta di dati disaggregati per non lasciare davvero nessuno indietro.
La salute del mondo dipende dalla salute di ogni singola famiglia.
fonti
Rapporto OMS






