Ogni anno nel mondo circa 15 milioni di bambini nascono prematuramente, e oltre 20 milioni vengono al mondo con basso peso alla nascita (sotto i 2.500 grammi).
Di questi, oltre l’80% muore nei primi giorni o settimane di vita, in particolare nei contesti a basso reddito dove l’accesso a tecnologie e terapie intensive è limitato.

A questa situazione così critica c’è una risposta semplice, potente, poco costosa e straordinariamente efficace: il contatto umano.
È proprio su queste basi infatti che nasce la Kangaroo Mother Care (KMC), o “cura madre canguro”, una pratica che consiste nel tenere il neonato a stretto contatto pelle a pelle con il genitore, promuovendo l’allattamento esclusivo e la permanenza continua con la madre, anche in contesti ospedalieri.

La metodica è nata in Colombia nel 1978 e da allora ha fatto molta strada.

Oggi, grazie alle nuove linee guida pubblicate dall’OMS nel 2022 e rilanciate nel 2023, questa pratica è al centro di una vera e propria rivoluzione della neonatologia.
Nel mondo ci sono ospedali che hanno completamente ridisegnato i reparti neonatali per permettere alle madri di dormire accanto ai loro bambini, anche quando sono instabili, anche in terapia intensiva.
Ci sono padri che, ogni sera dopo il lavoro, fanno ore di KMC per dare continuità alla cura.

E ci sono centinaia di migliaia di vite salvate ogni anno grazie a questo approccio.
La nostra Associazione è profondamente coinvolta nel supporto e nella diffusione di questo tipo di cura: dal 2023 il Ministero della Salute del Burundi ha riconosciuto l’Ospedale di Ngozi, dove operiamo, come centro nazionale per l’insegnamento e la diffusione del metodo KMC.

Di seguito indichiamo in cosa consiste la KMC, perché funziona, quali sono le nuove raccomandazioni dell’OMS, e cosa possiamo fare, tutti, per promuoverla e adottarla.


Cos’è la Kangaroo Mother Care?

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la Kangaroo Mother Care è definita come:

“L’assistenza ai neonati pretermine o a basso peso alla nascita mediante contatto pelle a pelle continuo e prolungato, iniziato il prima possibile dopo il parto, associato a allattamento esclusivo o latte materno, e monitoraggio clinico appropriato, anche a domicilio.”

Nella pratica, la madre (o il padre, o un familiare), tiene il neonato in posizione verticale sul petto, pelle a pelle, con un supporto come fascia o bendaggio, per il maggior numero di ore possibile ogni giorno.
Questo avviene in ospedale, già a partire dalle prime ore dopo la nascita, e continua poi a casa anche per settimane.

È molto importante sottolineare che non si tratta solo di un “abbraccio terapeutico”, ma di una vera modalità strutturata e continua di cura, riconosciuta dalle principali autorità sanitarie mondiali come intervento salvavita.

Cosa raccomanda l’OMS oggi: le nuove direttive

Nel 2022 l’OMS ha aggiornato le proprie linee guida dopo la pubblicazione di nuovi studi clinici su larga scala. Le indicazioni fornite sono inequivocabili e molto chiare:

1. La KMC deve essere praticata per tutti i neonati pretermine o LBW, non solo per i casi stabili
In passato, si pensava che fosse necessario aspettare che il neonato fosse “clinicamente stabile” prima di iniziare il contatto pelle a pelle. Oggi sappiamo che iniziare la KMC immediatamente (entro poche ore dalla nascita) riduce la mortalità del 25%, anche nei neonati ancora in condizioni fragili (es. sotto i 1.800 grammi ma non critici).

2. La KMC può e deve iniziare immediatamente dopo il parto
A meno che il neonato non necessiti di rianimazione o ventilazione meccanica, il contatto pelle a pelle può iniziare già in sala parto o sala operatoria, senza attendere ore o giorni. Questa procedura è denominata immediate KMC.

3. La KMC deve durare almeno 8 ore al giorno, idealmente 24/24
La durata è fondamentale. Gli studi mostrano che più ore si pratica la KMC, maggiori sono i benefici: sul tasso di sopravvivenza, sulla termoregolazione, sul peso, sull’allattamento e sullo sviluppo neurologico.

4. La KMC può essere fatta anche a casa
In assenza di pericoli clinici, la KMC può essere proseguita (o anche iniziata) a domicilio, con un adeguato monitoraggio da parte di personale formato. Questa possibilità è fondamentale perché espande enormemente l’accessibilità del metodo nei contesti dove gli ospedali non sono attrezzati.

I benefici della KMC: scienza e umanità

Benefici clinici

  • -40% di rischio di morte neonatale (rispetto alle cure convenzionali).
  • -68% rischio di ipotermia.
  • -15% rischio di infezioni gravi.
  • +48% allattamento esclusivo al momento della dimissione.
  • Migliore stabilità cardiaca, termica e respiratoria.

Benefici sullo sviluppo

I bambini che ricevono la KMC hanno migliori performance cognitive, motorie e comportamentali nei test a 1, 5, 10 e 20 anni. Sono più calmi, socievoli, equilibrati. Questo accade perché l’esperienza sensoriale precoce del contatto continuo favorisce la maturazione cerebrale e la regolazione neuroendocrina.

Benefici per la madre e la famiglia

La KMC:

  • Riduce la depressione post-partum del 24%.
  • Aumenta l’autoefficacia materna.
  • Rafforza il legame affettivo e l’empowerment.
  • Permette anche a padri, nonne, zii di partecipare attivamente, riducendo lo stress e favorendo una co-genitorialità consapevole.

Una trasformazione del sistema sanitario

Le linee guida OMS non chiedono solo di “insegnare la KMC”: chiedono una ristrutturazione completa del modo in cui i neonati sono assistiti. L’attuale modello (nei paesi a ogni livello di reddito) spesso separa la madre dal neonato in caso di prematurità.
Secondo quanto indicato dall’OMS questo approccio va superato.

L’OMS:

  • invita gli ospedali a riprogettare i reparti neonatali per includere letti per le madri accanto alle incubatrici o stazioni di cura;
  • invita i governi a integrare la KMC nelle politiche sanitarie e nei bilanci, formando personale, migliorando le infrastrutture e rimuovendo le barriere all’accesso;
  • invita a misurare e tracciare la KMC nei sistemi informativi sanitari per garantire qualità e copertura.

Il ruolo della società civile, delle Onlus e dei genitori

In questa grande trasformazione, le organizzazioni non profit come la nostra svolgono un ruolo cruciale.

Nella nostra unità KMC sono comuni queste procedure:

  • Informare genitori e operatori;
  • Formare personale sanitario;
  • Creazione di spazi e servizi per praticare la KMC anche a domicilio;
  • Sostenere le famiglie fragili con accompagnamento, ascolto e presenza.

Ciò che indica l’OMS per diffonderne la conoscenza da parte dei cittadini:

  • Parlare della KMC a chi non la conosce;
  • Chiedere informazioni in ospedale in caso di nascita di un bimbo pretermine;
  • Condividere storie, esperienze e testimonianze;
  • Sostenere chi la promuove.

Conclusione: abbracciare per guarire

La Kangaroo Mother Care non è solo una pratica clinica: è anche una scelta di civiltà.
È riconoscere che, anche nella medicina moderna, la relazione umana è parte integrante della cura.
È dare valore alla forza della maternità, della famiglia, del corpo che accoglie e protegge.

Le nuove linee guida dell’OMS non sono semplicemente raccomandazioni tecniche: sono una chiamata globale all’umanizzazione della neonatologia, all’inclusione della madre nella cura, al rispetto della dignità di ogni nuovo essere umano che nasce fragile.

Il calore del corpo, la vicinanza, l’amore possono salvare vite.
Facciamo in modo che la KMC possa essere un diritto per ogni bambino.

fonti
OMS – Kangaroo Mother Care: A Transformative Innovation in Health Care (2023)

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